Il vuoto non significa il nulla, anzi nel vuoto c’è il tutto. Il vuoto non è fermo ma pieno di soggetti in movimento, una bollicina, un inflatone, un bosone di Higgs e il gioco è fatto. Ecco un universo in evoluzione. Un universo di cui non sappiamo praticamente niente, il nostro. E magari ce n’è un’infinità di altri diversi. Probabilmente non lo sapremo mai. E quante dimensioni il nostro cervello limitato riesce a capire? siamo abituati a ragionare su tre ma di certo ce ne sono almeno quattro. Abbiamo cervelli adatti a sopravvivere sul nostro piccolo pianeta non a capire cosa ci sia oltre la nostra limitata realtà. E non sappiamo neppure come siamo fatti noi, il nostro corpo, la nostra mente.
Meglio arrovellarsi sulla nascita dell’universo o passare il tempo a bere aperitivi? Non lo so. Meglio leggere i classici della letteratura mondiale o guardare grandi fratelli, isole di soggetti più o meno famosi ed altre amenità del genere? Davvero non lo so. Chicco non fa né l’una né l’altra cosa e credo sia felice se ha del buon fieno o un prato verde su cui rotolarsi.
La vita scorre inesorabile verso la dissoluzione dei miei atomi, molecole, protoni che ritorneranno in circolo per essere parte di qualcos’altro. La cosa non è preoccupante, intanto ci sono e non mi importa di lascare segni del mio passaggio.
La bilancia nuova non mi ha riconosciuto ieri sera. Aumentato troppo di peso, troppo rapidamente. Sono quasi offeso, come quando lo smartphone non mi riconosco il viso o l’impronta digitale.
Una bilancia che ti da la percentuale di massa grassa del tuo corpo. Ma non so con quale precisione possa calcolarla, insieme a molti altri dati. Però ragionandoci è una percentuale e quindi posso variarla con differenti strategie. Posso ridurre il grasso o aumentare la massa muscolare. O entrambe le cose. Quindi posso mangiare allegramente se aumento gli allenamenti. Buona prospettiva.
Voglio smettere di pensare, solo agire.
Caffeina e adrenalina. Il termos con caffè, miele e nutella è su un sasso alla base del tiro. Lo strapiombo di trentacinque metri incombe. L’ultimo tentativo mi ha respinto brutalmente, neppure partito. Prese stonde, non riuscivo a tenerle. Prese stonde e strapiombo insieme non sono una situazione simpatica.
Questa volta passo, anche se non sono troppo sicuro di arrivare in catena ma riesco a salire e una presa dopo l’altra arrivo alla fine. Annaspando, tutto di forza, riproverò cercando la leggerezza.
Nei sogni tutte le vite differenti che ho vissuto, tutti gli io che sono stato si mescolano e producono nuove vite non vissute che durano il tempo di una notte. Arrampicare, come sciare, le immersioni profonde in apnea, il canottaggio e tutti gli sport che ho praticato, già tutti sport individuali, mi hanno allontanato dai ghirigori della mente, almeno per un po’.
Poi ci sono le serate con l’inverno fuori e tutto si placa.