Ero un viaggiatore, a volte uno spettatore. Turista no. Ma in quei viaggi ero sempre straniero, esterno a mondi di cui non conoscevo la sostanza. E spesso neppure mi piacevano tanto da voler restare a scoprire di più perché vedevo le stesse cose che non mi piacevano in patria ed altre ancora peggiori.
Se vuoi imparare la nostra lingua devi sposare una di noi.
Ma quante vite avrei dovuto vivere per capire? E poi sono uno straniero anche in posti dove ho vissuto decine di anni. Straniero per scelta perché incapace di far parte di una tribù, di un clan e delle loro regole, dei loro riti.
Sono inadatto a comprendere giochi comportamentali complessi. Per questo preferisco gli animali. Posso aver a che fare solo con un numero limitato di esseri. Esseri leali, incapaci di odiare, di mentire.
Una porta, oltrepassata la quale il mondo resta fuori con la sua confusione, il suo frastuono. Ognuno di noi dovrebbe avere una porta così, da poter chiudere quando scendono le tenebre.
E un fuoco sempre acceso.