Quando sono solo nella casa in montagna, magari in una giornata invernale di pioggia come oggi, la casa assomiglia di più ad un bivacco da alpinisti, anche se la roba ad asciugare intorno alla stufa a legna è, di solito, materiale da equitazione. Ed io sono più simile ad un barbaro che ad un civilizzato, ma tanto nessuno ha modo di giudicarmi. Mia moglie dice che un giorno o l’altro qualcuno mi fermerà per strada per farmi l’elemosina.
Stamattina con Chicco siamo andati a fare un giretto. Partiti che sgocciolava appena siamo tornati con una pioggerella fredda e continua. Ancora qualche chiazza di neve sulla strada, poca roba, ma abbastanza per una scivolata per cui, al contrario di ieri che ho dovuto lasciarlo sfogare al galoppo dopo tanti giorni di inattività, oggi siamo stati più prudenti. In questa stagione la montagna, anche per la pandemia, è quasi deserta se esci appena dalle rotte umane. Chicco freme, come sempre, ad ogni fruscio. A volte credo che lo faccia per richiedere la mia voce che lo rassicuri e il contatto della mano che lo accarezzi sul collo muscoloso da stallone. Anche se ha sedici anni si comporta ancora come un puledro, addestrato si ma pieno di un’energia e di una vitalità che dimostra in ogni circostanza, sellato e non. E io faccio di tutto per non reprimerlo con richieste inutili e imposizioni autoritarie.
Al rientro steccatura e coperte lui, cambio di giacca io. Poi al pomeriggio la pioggia è diventata intensa e quindi stufa come asciugatoio e abbiamo ripreso in mano il sito azzerandolo e ripartendo da una pagina vuota. Un segno di cambiamento di prospettiva.